martedì 7 luglio 2015

La posta dell'estrogeno #1

Care estrogene e cari esseri antropomorfi,
è con grande giubilo et trepidazione che vi notifico la nuova posta dell'estrogeno, praticamente funziona come la posta del cuore del Cioè: voi scrivete e io rispondo. L'idea mi è stata data da una cava lettvice del blog che ha confidato nella mia profonda saggezza di donna vissuta. Per questo si è guadagnata un TSO in psichiatria, ma poco importa. Non mi dilungo più di tanto e vi auguro buona lettura.

Lella detta "Asce" da Cernobyl ci scrive:

Cara Estrogena, le mie ascelle sono l'anticamera dell'inferno, credo secernano del liquido corrosivo. Devo uscire con un essere antropomorfo che, a quanto ne so, gode ancora della dote dell'olfatto e questo mi manda in crisi. Cosa mi consigli? 

      Cara Lella, benvenuta nel primo episodio della posta dell'estrogeno, ti ringrazio profondamente per aver inaugurato questa rubrica. Il sudore corrosivo è effettivamente una piaga sociale; non è una novità, infatti, che l'Associazione Italia Magliette e Canottiere Anonime (IMCA), insieme al Gruppo Pendolari Estivi Italiani (GruPEI) manifesta con ardore e tenacia contro quello che è diventato anche un tuo nemico. Tutti noi abbiamo il diritto all'olfatto, non importa che tu sia una canottiera o un pendolare, una maglietta o uno sfigato che esce con un'ascella pezzata ambulante: tutti noi abbiamo diritto all'olfatto. Ed è tuo dovere di donna moderna ed emancipata compiacere al maschio. Perchè l'omo ha da puzzà ma tu per favore no. 
Ma veniamo a noi. Per garantire il diritto all'olfatto del tuo maschione alfa, per prima cosa, munisciti di bagnoschiuma e di deodorante, dei supporti igienici di ultima generazione. Se da te non sono ancora arrivati, puoi facilmente sopperirvi al primo mixando grasso di balena e soda caustica (Fight Club docet) e, al secondo, girando con gli Arbres Magiques al posto degli orecchini (questo ti darà un gran tocco di classe). Per seconda cosa, munisciti di fazzoletti e salviettine, anch'essi altamente tecnologiche: sono entrambi dei tessuti quadrati con la differenza che i fazzoletti sono asciutti e le salviettine sono imbevute di un liquido profumato che toglie il liquido corrosivo secreto dai due piccoli demoni che hai sotto le braccia. Ti spiego brevemente la funzione di questi gadget innovativi: 
-Il bagnoschiuma toglie il puzzo di morte nera e peste bubbonica che ti pervade, 
-Il deodorante previene la ricomparsa di tale puzzo 
-I fazzoletti, come le salviettine, asciugano ed igienizzano i luoghi di secrezione di puzzo quando sei in giro e non ci sono bagni nei paraggi (Ricorda: il bagnoschiuma è stato concepito per essere utilizzato in un luogo detto bagno, munito di vasche da bagno o di più moderne docce, per questo non troverai una versione da borsetta ma solo le versioni da viaggio). 
Ultimo, ma non per ultimo, da donna moderna ed emancipata quale sei, devi garantire il diritto alla vista del tuo maschione. Per prima cosa, vai dall'estetista per un'opera di bonifica di sopracciglia e baffo. Se ciò non dovesse essere possibile, ti consiglio l'uso di un tagliaerba, di un decespugliatore automatico o di una sega elettrica. Ricorda: l'uomo dev'essere accecato dalla tua bellezza, non dal tuo baffo! In quanto essere estrogeno e vaginodotato non è assolutamente prevista, né socialmente accettata, la crescita di tronchi di baobab, men che meno in posti così esposti quali lo spazio che sta in mezzo a naso e bocca. Se aspiri ad essere qualcosa in più che guardabile, puoi utilizzare dei colori per il viso. Sconsiglio vivamente l'uso di tempere e acquerelli, di colori a spirito e colori a matita: per quanto possa sembrare incredibile, la moderna tecnologia ci mette a disposizione delle sostanze che apportano colore momentaneo al viso dell'estrogeno. Tali sostanze, che differiscono per consistenza, colore e funzione, si raggruppano tutte sotto alla definizione di make-up. Si sconsiglia vivamente un eccesso di make-up onde evitare di sembrare la sorella brutta di Moira Orfei o la gemella di Heidi. Anche se tu ti senti a tuo agio indossando un make-up da puttanone nigeriano anni'80 sulla tangenziale Roma Est, devi ricordare che lo scopo ultimo e primo della tua esistenza è quello di essere gradevole all'occhio maschile, e in particolare all'occhio del maschio a cui rivolgi le tue attenzioni (bada a ché sia solo uno, possibilmente l'unico in tutta la tua vita, onde poter sperare di rientrare nella categoria delle Sante nella lotta contro le Puttane!). Si consiglia, per i motivi di cui prima, un tocco leggero di mascara. Sconsigliato il gloss: se il maschio concede il contatto di labbra potrebbe poi ritrovarsi a limonare duro con il latte detergente di sua sorella, e noi vogliamo assolutamente evitare tale spiacevole disagio!
Ultimi ma non per ultimi, i capelli. Non pretendiamo tu faccia l'acconciatura che aveva la principessa Sissi, però è assolutamente necessario che i peli che ricoprono il tuo scalpo non assomiglino a patatine del Mc Donald's per odore e untuosità. Esiste un sapone adibito al lavaggio dei capelli e si chiama Shampoo, ma se i tuoi sono in condizioni pessime va bene anche il detersivo dei piatti. 

Questo è tutto, cara Lella. Spero di essere stata esplicativa ed esauriente. A presto, 

Giulia  

giovedì 2 luglio 2015

Descrivere la mia vita universitaria con un racconto fantasy

C'era una volta una principessa stressata di nome Giulia. 
Giulia viveva in un Grande e lussuoso palazzo nel regno molto molto lontano di Cozzaliland, nella circoscrizione di Bari. La vita lì non era semplice, le insidie nel regno di Cozzaliland non erano mai poche! Ma la nostra principessa se la passava più o meno bene, cercava di non lamentarsi, stringeva i denti e tirava a campare.
Giulia di notte faceva la nanna, anche se era sua malsana abitudine appropinquarsi tardi al letto, e di giorno studiava.
In una delle alte torri del suo castello fatato, vi era stabilita da tempo una delle famiglie più influenti di Cozzaliland, la temibile famiglia Tamarrygnorantee. La loro presenza era innocua, salvo qualche saltuario aumento di decibel che influiva negativamente sul sistema nervoso della principessa, che era solita decantare i più rinomati esponenti della liturgia catto-cristiana come arcaico metodo di esorcizzazione dello stress...non che funzionasse, per altro.
Un bel giorno, accadde l'irreparabile: nacque un cucciolo di mostro-bambino nella torre di fronte. Il piccolo, colpevole di essere nato in una famiglia strettamente imparentata, per modi e usanze, alla famiglia Tamarrygnorantee, era solito fare i capricci molto dopo calar del sole, come fanno i lupi mannari (da qui l'accezione "mostro"), ma Giulia non sentiva perché il suo cuscino era vittima di un magnifico sortilegio: appena vi appoggiava la testa ella cadeva in stato comatoso per 7 ore di filato.
La straordinaria potenza e crudeltà del mostro-bambino arrivava ai suoi picchi di massima espansione quando il sole giungeva a mezzodì: la leggenda narra che egli, il cucciolo, dormiva beato durante tutta la mattinata, finché la saggia anziana della famiglia Tamarrygnorantee, per allietarsi durante il rito culinario del mezzo giorno, non accendeva Ciccio Riccio sforando gli ultrasuoni. Il cucciolo, disturbato dalle onde sonore che emetteva la cucina dell'anziana donna, dava sfogo di tutta la sua mostruosa potenza canora attraverso pianti inconsolabili che i genitori-mostri cercavano di arginare con la formula magica nota come "uè? accèuàcchén?", la cui derivazione filologica è ancora ignota ai più.
E fu così che, un bel giorno, nel bel mezzo del processo di apprendimento, la nostra principessa, dopo mesi di terapia e psicofarmaci, mossa da un forte senso di pietà e misericordia per il propri vicini sfortunati, imbracciò un enorme lanciafiamme datole in dono dalla dea della Sessione Estiva, facendo strage di tutte le torri circostanti, con inquilini compresi. A fine grigliata, la dea della Sessione Estiva, accompagnata dal Dio Studio, benedirono la principessa che, mossa da un forte senso del dovere, tornò in camera sua a studiare.
FINE